lunedì 6 luglio 2009

Questioni di lingua - "Qual'è" o " Qual è"?

Halfatrackfido3 mi ha inviato una e-mail sul mio sito, rimproverandomi perché in alcuni dei miei posts (mi raccomando la esse finale, perché aoh! l’inglese lo dobbiamo rispettare!) io scrivo QUAL È senza apostrofo. Mi ha detto che non devo strapazzare la nostra bella lingua. E io gli rispondo.

Caro halfatrackfido3 (ma chi sei, nu cane semicingolato?!),

QUAL È si scrive senza apostrofo. Ti puoi fidare! Mi sono laureato, (un po’ in ritardo, è vero) due anni fa in lettere classiche con 110 su 110.

Mio signò, io sono il re dell’anacoluto, il principe dell’ossimòro. Io, il periodo ipotetico di terzo grado, lo tiro fuori dalla consecutio temporum, lo spoglio, lo piglio per il collo, lo sbatto di qua e di là, ci aggiungo altri 87 gradi, lo piego (87 +3= 90) e non ti descrivo che cosa gli faccio perché sono un gentiluomo.

Ce l’hai presente l’antitesi? Io me la metto come cravatta. Ne cambio sette al giorno. Nell’armadio ne tengo un campionario che neppure Valentino…

Col troncamento e l’elisione vado in vacanza ogni estate a Santa Maria di Castellabate. E come tratto io il doppio genitivo, modestamente nessuno si permette di farlo. Halfatrackfido3, lo tratto male, perché m’è nu poco antipatico. Cioè, prima lo adulo, me lo coccolo un po’ e poi lo sbatto in cucina a lavare i piatti. E che ci posso fare: tra noi non corre buon sangue!

Con l’enjambment, l’iperbole, e la perifrasi io ci gioco a scopone un sabato sì e uno no e sistematicamente li pelo ad uno ad uno.

La sinestesia, poi, la uso quando non riesco a dormire. La sera me ne prendo quindici gocce e dormo come un angioletto.

Con l’anfibologia mi ci racconto le barzellette sporche.

Ai trapassati prossimo e remoto, invece, faccio dire una messa ogni mese e, ogni domenica mattina, porto un mazzo di fiori e due lumini al cimitero fin dal giorno in cui sono trapassati.

Uuuuh, non ti dico poi quello che faccio il sabato sera, quando non gioco a scopone, dalle 21 alle sei del mattino con l’aggettivo sostantivato, il passato remoto del verbo cuocere e il complemento di causa efficiente. Andiamo in discoteca. È vero, il passato remoto del verbo cuocere è un po’ anzianotto, essendo passato, ma ha il suo fascino, lo esercita specialmente sulle diciottenni. Insomma non pregiudica l’acchiappanza, anzi. Sono orge, amico bello, baccanali!

Io, la grammatica me la sono sposata e la sintassi ce l’ho come amante! E non voglio andare oltre perché ho detto anche troppo. Ti ho voluto solo dimostrare che di me ti puoi fidare. Stai tranquillo, halfatrackfido3: QUAL È si scrive senz’apostrofo.

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